Lo sfogo di Daria Kasatkina sul mondo del tennis - ecco cosa ha detto

Le vittorie e le medaglie possono oscurare le difficili realtà di chi vive una vita in movimento. Ma per Kasatkina, il costo emotivo e fisico di questa vita in costante movimento sta diventando insostenibile. Lontana da casa, affetti e famiglia, la pressione è spesso maggiore delle gioie legate alle vittorie sul campo.

Uno sfogo che ha fatto eco sui social

"Arrivo a un Master e mi vedono solo in aeroporto. Non c'è altro punto d'incontro. Giocare a Tokyo una sera e dover volare il mattino seguente? È estenuante!", ha esclamato Kasatkina sui social, catturando l'attenzione di migliaia di appassionati.

Con franchezza e senza filtri, ha descritto la stanchezza e le sfide logistiche: "Non ne posso più di viaggiare e fare le valigie... tutti questi aerei, gli spostamenti... Non puoi comunicare con persone di paesi diversi, devi cambiare continuamente letto, fare e disfare costantemente le valigie ogni settimana, non posso più farlo. Il mio corpo mi sta già dicendo di andare aff***ulo".

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"In termini di logistica della vita, non esiste sport peggiore al mondo - è la conclusione di Kasatkina -. È semplicemente una totale str***ata"

In tempi in cui l'attenzione al benessere mentale e fisico degli atleti è sotto i riflettori, lo sfogo di Kasatkina solleva importanti interrogativi sulla sostenibilità della carriera degli atleti professionisti e sulle pressioni che subiscono lontano dalle telecamere.

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