Torino, il mistero di Kevin Haveri: una scelta da rivedere?
Arrivato nell’estate del 2023 tra attese e scommesse, Kevin Haveri è un terzino albanese che continua a non trovare spazio nel Torino. Dopo un anno di prestiti tra Campobasso e Messina, cresce il dubbio sulla scelta dirigenziale che ha portato all’acquisto di un giocatore mai realmente protagonizza.
Haveri, classe 2001, era già stato notato nella stagione precedente con il Rimini, dove si era messo in luce. Tuttavia, il suo impatto nella squadra granata si è rivelato deludente. Nonostante le 11 presenze e un gol con il Campobasso e altre 10 partite con il Messina, il terzino non è riuscito a dimostrare di essere pronto per il palcoscenico della Serie A. I suoi numeri sono onesti, ma non raccontano di un giocatore che possa inserirsi stabilmente in un progetto tecnico definito.
La domanda sorge spontanea: perché il Torino ha deciso di puntare su di lui? A oggi, sembra che la dirigenza abbia fatto una scommessa senza un piano preciso di valorizzazione. Haveri appare più come un "nome in lista" piuttosto che un asset tecnico rilevante. Nel calcio contemporaneo, è fondamentale che i club non solo individuino le opportunità di mercato, ma anche come questi giocatori si inseriscano nel proprio modello sportivo.
Con 23 anni compiuti, Haveri non può più essere considerato un giovane in fase di sviluppo. L’assenza di un reale coinvolgimento nella prima squadra continua a far sorgere interrogativi. Il Torino, infatti, dovrà valutare il suo futuro a breve. Sarà un nuovo prestito o una cessione definitiva? È evidente che l’operazione finora non ha portato risultati né sul campo né a livello economico.
Per Haveri, esistono ancora opportunità di riscatto, ma servirà un contesto in grado di credere nel suo potenziale. Attualmente, sembra che il Torino non rappresenti la realtà ideale per il suo sviluppo. Con l’estate alle porte, tutte le ipotesi rimangono aperte e i tifosi granata si attendono una decisione chiara e strategica per il futuro del giovane terzino.
