
Inter: il 14,8% dei ricavi arriva da San Siro

Stadi italiani: un futuro incerto secondo il rapporto Eurispes
Il mondo del calcio italiano si trova di fronte a una realtà preoccupante. Il 37esimo Rapporto Italia di Eurispes mette in evidenza condizioni critiche degli stadi. Su 129 impianti omologati con capacità di almeno 5.500 spettatori, il 60% risale a costruzioni tra il 1920 e il 1970, sollevando interrogativi sull'idoneità delle strutture.
Nel 2024, il calcio avrà un impatto sul PIL nazionale superiore agli 11 miliardi di euro, contribuendo con oltre 1,3 miliardi di euro in tasse e generando oltre 120.000 posti di lavoro. Tuttavia, l'Italia può contare su un solo stadio pronto per le gare di Euro 2032: l'Allianz Stadium di Torino, casa della Juventus. Gli storici impianti di San Siro e Olimpico, pur necessitando di ristrutturazioni, sembrano essere sul cammino giusto per rispettare i requisiti UEFA, ma i problemi rimangono.
Il rapporto di Eurispes mette in luce anche un dato importante: solo tre degli stadi con capienza superiore a 22.000 posti, Juventus, Atalanta e Udinese, appartengono alle rispettive squadre. Questo scenario evidenzia la difficoltà nel rinnovare gli impianti esistenti o costruirne di nuovi, spesso ostacolati da lungaggini burocratiche. Confrontando la situazione italiana con quella europea, il nuovo stadio del Real Madrid ha generato ricavi che hanno toccato i 248 milioni di euro nel 2023/24, con un incremento del 103% rispetto all’anno precedente.
Attualmente, i principali club italiani, come Inter, Milan e Juventus, ottengono solo il 14,8%, 15,1% e 14,6% dei loro ricavi totali dai rispettivi stadi. Se la media europea si attesta attorno al 18%, queste cifre mettono ulteriormente in luce l'urgenza di investimenti nel settore.
Cosa ci riserva il futuro? Con Euro 2032 all'orizzonte, ci si aspetta un'accelerazione nei lavori di ristrutturazione e costruzione. Tuttavia, le difficoltà burocratiche potrebbero ostacolare questa ripresa. I tifosi e le società attendono urgentemente un cambiamento, che potrebbe non solo migliorare le condizioni di gioco, ma anche potenziare l'economia del calcio italiano. La strada è lunga, ma è vitale se l'Italia vuole rimanere competitiva in un panorama calcistico europeo in rapida evoluzione.
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