
Quella Coppa: la verità di Allegri

La tragedia dell'Heysel a 40 anni dalla sua vergogna
Il 29 maggio 2025 segna un triste anniversario: sono passati 40 anni dalla tragedia dell'Heysel. Durante la finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool, lo stadio di Bruxelles si trasformò in un campo di battaglia, con l'invasione degli hooligans inglesi che costò la vita a 39 persone, di cui 32 italiani. Una ferita che ancora oggi segna e ricorda una pagina nera della storia del calcio.
Marco Tardelli, protagonista di quella drammatica giornata, ha raccontato come si sia vissuto il momento. Nonostante l'atmosfera di terrore, la partita continuò e la Juventus trionfò, grazie a un rigore trasformato da Michel Platini. Ma per Tardelli, quel trofeo ha sempre portato con sé un macigno: "Non posso dire che quella coppa sia mia", ha dichiarato. Le immagini del dolore e della disperazione di un padre e di un bambino, entrati nello spogliatoio in cerca di conforto, rimangono indelebili nella sua memoria.
A 40 anni dalla tragedia, l'ombra dell'Heysel non è scomparsa. La riflessione su quel giorno tragico riporta alla luce la necessità di un calcio più sicuro e rispettoso. La vittoria di una squadra non può mai sovrastare il valore della vita umana. Ogni anno, i ricordisti si stringono attorno ai familiari delle vittime, una cerimonia che rinforza l’importanza della memoria e della prevenzione.
In vista di questo anniversario, ci si interroga su quali siano le azioni prese dalle istituzioni calcistiche per evitare che simili atrocità si ripetano. I club, i tifosi e gli allenatori hanno la responsabilità di promuovere un ambiente sano e rispettoso. Il ricordo dell'Heysel deve servire come monito per tutti.
Il futuro del calcio sarà segnato da questa storia. Le prossime settimane potrebbero portare a nuove iniziative e campagne di sensibilizzazione, mirate a educare i tifosi e a combattere la violenza negli stadi. Dobbiamo affrontare il passato per costruire un domani migliore, in cui il calcio torni a essere il “gioco più bello del mondo”, senza ombre né tragedie.
La memoria dell'Heysel è viva e continua a chiederci di riflettere. Perché mai più una simile tragedia possa accadere.
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