Torino, il ritiro tra promesse e realtà: Cairo lancia la sfida
Il 10 luglio 2023, Urbano Cairo parla chiaro: “La squadra deve essere già pronta al 90% per l’inizio del ritiro.” Una dichiarazione che sembra apportare un cambiamento rispetto agli anni precedenti, quando il Torino si presentava ai ritiri con una rosa spesso incompleta. Ma questa volta sarà davvero diverso?
Negli ultimi anni, i granata sono stati abituati a ritiri con metà squadra mancante. Solo un anno fa, il Torino ha vissuto una situazione simile, con importanti rinforzi come Maripán e Walukiewicz che sono arrivati a mercato avviato. Anche Sosa fu ufficializzato solo a Ferragosto, lasciando la squadra vulnerabile in avvio di stagione. Il mantra "90% pronto" di Cairo potrebbe rimanere solo un bel dire, a meno che non si concretizzi in un cambiamento reale nella pianificazione.

Nel suo intervento, Cairo ha anche affermato: “Siamo a posto in difesa e in mezzo, ci mancano tre giocatori avanti.” Questa affermazione riflette un’atmosfera di fiducia, ma il mercato è tutt’altro che chiuso. Il club sta cercando di chiudere operazioni chiave: nel mirino ci sono Anjorin, Ismahili e Ngonge. L’obiettivo è portarli già in ritiro, ma resta aperta la questione legata a Vanja Milinković-Savić. La sua permanenza è incerta e la sua eventuale partenza potrebbe scombussolare i piani tra i pali.
Il mercato è complesso e le sfide non mancano. Tuttavia, è nelle difficoltà che si misura la solidità di una strategia. La sensazione è che a Torino, le dichiarazioni e i fatti siano frequentemente stati in contrasto. L’ottimismo di Cairo offre una possibilità di svolta, ma tutto dipenderà dalla rapidità e dalla coerenza con cui questa visione sarà tradotta in realtà.
Il tempo stringe: il ritiro è alle porte e ogni giorno conta. I tifosi attendono risposte concrete, perché nel calcio, così come nella vita, le promesse vanno mantenute. Solo così il Torino potrà finalmente avviarsi verso una nuova era, pronta a competere sul serio per obiettivi ambiziosi.
