Rosario Fiorello

Nadal, il silenzio dolce di un campione in pace

Dopo l’addio al tennis, Rafael racconta la sua nuova vita senza rimpianti

Parigi, 26 maggio 2025 — La terra rossa di Roland Garros ha scritto alcune delle pagine più gloriose della carriera di Rafael Nadal. Ora, seduto in tribuna e non più impugnando la racchetta, lo spagnolo guarda il campo con occhi diversi: quelli di un uomo che ha chiuso un ciclo, con il cuore leggero e l’anima serena.

Non c’è malinconia nelle sue parole, ma una sincera accettazione. Quando gli chiedono se racconterà un giorno a suo figlio delle sue 14 vittorie a Parigi o dei 22 titoli del Grande Slam, Nadal scuote la testa con un sorriso sottile.

“A essere onesti, non ho alcun desiderio che lo sappia o che lo capisca… anche se, ovviamente, lo verrà a sapere”, ha detto durante l’omaggio ricevuto sulla Philippe Chatrier. “Non sarò io a parlargliene. Non sono il tipo di padre che racconta le proprie imprese. Non lo faccio con nessuno, figurarsi con lui.”

Nadal non ha mai amato i riflettori fuori dal campo. Anche nei momenti di massimo splendore, a casa era semplicemente Rafa. Senza trofei in mostra, senza racconti epici, senza vantarsi.

“Ho sempre cercato di vivere con normalità. Non parlavo mai di vittorie o sconfitte. Non voglio che mio figlio pensi che suo padre fosse qualcuno di speciale. Gli dico sempre che sono una ‘patata’. Non voglio che cresca con l’idea che io sia stato un eroe.”

Con la solita onestà che lo ha sempre contraddistinto, Nadal non nega ciò che ha fatto, ma non lascia che quei trionfi definiscano il suo valore umano.

“So di aver avuto un ruolo importante nella storia del tennis, e non serve falsa umiltà: i 14 Roland Garros parlano da soli. Ma non voglio che mio figlio mi guardi come se fossi stato un gigante. Voglio che mi conosca per chi sono, non per ciò che ho vinto.”

E chi è Rafael Nadal oggi, nel 2025? Un uomo che ha appeso la racchetta al chiodo non per mancanza d’amore, ma per rispetto verso il proprio corpo.

“Non mi sono mai stancato del tennis. L’ho amato fino all’ultimo giorno. Ma a un certo punto, il mio corpo ha detto basta. E non potevo più ignorarlo.”

Nessuna crisi, nessuna identità smarrita. Solo la consapevolezza di aver dato tutto.

“Ho sempre avuto una vita anche fuori dal campo. Sapevo che, se mi fossi ritirato con la sensazione di aver fatto il massimo, sarebbe stato un passaggio naturale. Ed è stato proprio così. Oggi sono felice. Mi godo le piccole cose.”

Non c’è amarezza nemmeno nel vedere gli altri in campo. Rafa guarda ancora il tennis in TV, come uno spettatore qualunque, senza puntare il dito, senza gelosia.

“Guardo i tornei con piacere. Non mi fa male vedere Montecarlo o Barcellona, e nemmeno Roland Garros. Quel capitolo è chiuso. Ora è un’altra storia. Non ho più rivalità dentro. Prima, forse, speravo che Djokovic non vincesse… oggi non mi importa. Anzi, sono contento per chi vince.”

Durante la sua carriera, ogni punto, ogni classifica, ogni confronto con Federer, Murray o Djokovic era un tassello della grande sfida. Ora, tutto questo appartiene al passato.

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Nel presente, c’è un uomo sereno, un padre, un marito. Un campione che ha lasciato il campo da gioco con la testa alta e il cuore pieno.

Rafael Nadal ha salutato il tennis. Ma non ha perso se stesso. Ha solo cambiato campo.

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