Di Gennaro ricorda il Milan di Terim: "Lì capii tutto"
Antonio Di Gennaro, ex collaboratore tecnico del Milan nel 2002, ha rievocato il suo periodo rossonero in un’intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’. Le sue parole offrono uno spaccato interessante su un’epoca particolare nella storia del club, caratterizzata dalla presenza dell’allenatore Fatih Terim.
Di Gennaro ha riportato alla mente i momenti trascorsi nella squadra, sottolineando l’importanza del feeling che si era creato tra gli allenatori, i giocatori e il contesto esterno. In quel periodo, nonostante le difficoltà con il presidente Vittorio Cecchi Gori, il supporto della stampa e dei tifosi era palpabile. "Eravamo in una fase di grande affiatamento", ha dichiarato.
L’ex calciatore ha ricordato come i suoi studi a Coverciano e l’esperienza a Firenze abbiano contribuito alla sua crescita professionale. Dopo essere tornato nella sua città natale, ha avuto la possibilità di allenare gli Allievi della Fiorentina, dove ha notato talenti come Niccolò Galli. Tuttavia, è il ritorno di Terim in Italia a segnare un punto di svolta. "Un calcio diverso, veloce e spettacolare", ha affermato Di Gennaro.
Terim aveva il dono di far divertire i suoi giocatori. Compagni come Rui Costa, Di Livio e un giovane Chiesa hanno vissuto un periodo di grande spinta e vitalità. "L’Imperatore ha fatto decollare la squadra: per 4-5 mesi, abbiamo giocato un calcio meraviglioso", ha aggiunto Di Gennaro, evidenziando il talento unico di alcuni giocatori.
Guardando al futuro, Di Gennaro percepisce che il Milan sta vivendo un’altra fase cruciale. Con le nuove strategie di mercato e una squadra che punta a rimanere competitiva in Serie A e Champions League, sarà interessante osservare come il passato possa influenzare le decisioni attuali. La nostalgia di un’epoca gloriosa si mescola alla speranza di un nuovo riscatto.
In conclusione, il messaggio di Di Gennaro è chiaro: ogni esperienza nel mondo del calcio, che sia sul campo o in panchina, contribuisce a formare la cultura di una squadra. Un’eredità che il Milan si porta appresso e che continua a evolversi, ma che, come ha dimostrato Terim, può sempre rinascere.
