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Italia, Donadoni: serve più azione, meno parole

Donadoni dopo le dimissioni di Spalletti: "Occorre ripartire dal calcio italiano"

Durante il Festival della Serie A, Roberto Donadoni ha analizzato la situazione attuale della Nazionale italiana dopo le dimissioni di Luciano Spalletti da Commissario Tecnico. In un momento delicato per il calcio azzurro, l’ex allenatore ha sottolineato l’urgenza di un cambio di passo per riportare la squadra al vertice.

Donadoni ha esordito con una riflessione netta: "Non è un momento particolarmente felice. I risultati parlano chiaro e sono figli di una situazione che si sta trascinando da tempo”. L’ex giocatore ha riconosciuto i limiti attuali del "prodotto" calcio italiano, affermando che è necessario lavorare duramente per recuperare il prestigio perduto. “Le parole di Gravina sono fondamentali, ma servono anche i fatti”.

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Il discorso si è poi spostato sulla possibilità di un cambio di allenatore. “Possiamo anche cambiare il ct, ma i giocatori restano quelli”, ha avvertito Donadoni, ricordando l’importanza di un lavoro collettivo che coinvolga calciatori, allenatori, dirigenti e anche la stampa. “C’è bisogno di stabilità e di rapporti solidi con i club”.

Ma c’è anche un tema di motivazione? "Mi rifiuto di pensare che i giocatori manchino di attaccamento", ha dichiarato. “C’è piuttosto il peso di stagioni lunghe e di tante partite, che porta a una certa fatica mentale”. Donadoni ha aggiunto che la questione va affrontata, non negata: “Si continua a dire che giochiamo troppo, ma i risultati non migliorano”.

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Infine, sull’argomento del decremento del talento nel calcio italiano, l’ex commissario tecnico ha invitato a guardare altrove: “Non è solo una questione sfortunata. Dobbiamo studiare federazioni che stanno facendo bene e imparare da loro”.

Le prossime tappe sono cruciali. La Federazione dovrà lavorare alacremente per risollevare le sorti di un calcio che, dai mondiali di’82 e’06, ha visto troppo poche gioie. Solo una strategia concertata e una visione a lungo termine possono riportare l’Italia a competere ai massimi livelli, sia in Europa che nel mondo. Il tempo stringe.

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