Dino Zoff e il presente del calcio italiano: “Mancano i talenti”
In un’intervista esclusiva rilasciata al Corriere dello Sport, Dino Zoff, leggenda del calcio italiano, ha condiviso la sua opinione sui temi più caldi del momento, dal controverso Mondiale per Club alla nomina di Gattuso come nuovo commissario tecnico della Nazionale. Le sue parole offrono uno spaccato autentico del panorama calcistico attuale.

Zoff non risparmia critiche al torneo voluto da Infantino. “Non sono un fan di questo evento”, ammette. “Le squadre europee sono affaticate dopo una lunga stagione e vedo che le squadre brasiliane ci tengono di più. La passerella americana sarà senza dubbio remunerativa, ma io provengo da un calcio differente”.
Ripercorrendo i ricordi legati all’Italia del 1982, Zoff si augura che lo spirito di quella storica vittoria possa riaffiorare, suggerendo però che, per curare una Nazionale ferita, “serve anche un bacino di calciatori forti”. Nonostante la solida tradizione italiana, l’ex portiere percepisce una significativa mancanza di talenti: “Ne abbiamo pochi e la Serie A non facilita i selezionatori, a causa della crescente presenza di giocatori stranieri”.
Ma cosa porta alla scarsità di giovani emergenti? Zoff offre un’analisi profonda: “I talenti non si formano, nascono. E oggi la situazione è complicata da fattori come la scelta di tanti sport alternativi, genitori troppo opprimenti e scuole calcio che enfatizzano la tattica a scapito della tecnica. Inoltre, non si gioca più per strada come un tempo e, purtroppo, facciamo anche meno figli”.
Con Gattuso alla guida della Nazionale, le aspettative sono alte. “Gattuso potrà portare equilibrio”, spiega Zoff. Riferendosi a una recente partita contro la Norvegia, sottolinea come l’Italia debba ritrovare l’ambizione: “Dobbiamo essere capaci di sfruttare le occasioni. In quella partita loro hanno capitalizzato con tre contropiedi, noi possiamo e dobbiamo fare meglio”.
Mentre il mondo del calcio continua a cambiare, l’intervento di Zoff ci invita a riflettere e ad agire. Con le giuste opportunità e un ritorno alle radici del gioco, il futuro della Nazionale non è solo un sogno, ma una missione da perseguire con determinazione.
