“Maxime Lopez alla Lazio? Sarri potrebbe ancora strapparlo al Sassuolo!”

Il tifo organizzato italiano è da sempre uno dei simboli più forti del calcio del nostro paese. Tante sono le tifoserie che, ogni domenica, animano gli stadi del Bel Paese, dando vita a spettacoli unici e coinvolgenti. Purtroppo, però, la storia degli ultras italiani è stata anche segnata da episodi di violenza e odio, che hanno portato alla sospensione di numerose partite e alla creazione di rigidi protocolli di sicurezza da parte delle autorità competenti. Negli ultimi anni, però, sembra che stia prendendo il sopravvento una nuova consapevolezza in ambito ultrà, che punta sempre di più sull’aspetto creativo, coreografico e artistico, anziché su quello violento.

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Queste nuove modalità di tifo, dette anche “ultras 2.0” o “ultras colorati”, stanno assumendo sempre più importanza all’interno delle tifoserie organizzate italiane, che riescono così a perpetrare i propri simboli storici (bandiere, cori e striscioni), senza però ricorrere a gesti di violenza. Grazie alle nuove tecnologie e ai social network, questo tipo di tifo sta diventando sempre più virale e condiviso, generando un grande interesse anche a livello internazionale.

In sintesi, il fenomeno degli ultras italiani sta cambiando volto, passando dall’immagine di un movimento violento e incivile, ad una realtà più creativa e colorata. Certo, ancora ci sono episodi di violenza e incomprensione, ma sembra che il futuro degli ultras italiani punterà sempre di più sulla valorizzazione dell’aspetto storico e culturale delle proprie tifoserie, anziché su quello violento e criminale. In fondo, come disse una volta il grande scrittore e ultrà Sandro Modeo: “Non c’è Storia senza calcio e non c’è calcio senza Storia”.

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